Spiegare il significato anche sociale del FUORISALONE, questo straordinario momento collettivo che avviene ogni anno in primavera a Milano e che parte da una intuizione dalla rivista INTERNI che nel 1990 ha pensato di portare in modo capillare il mondo del design nella città, quasi in un rito collettivo può avere, a mio avviso, un’unica spiegazione: il bisogno di bellezza e rinnovamento che il FUORISALONE porta con sé, uscendo dagli stand fieristici deputati alla vendita, per includere oltre agli addetti ai lavori, un popolo di
giovani design, architetti, artisti o gente comune che vuole festeggiare la creatività in città.
Riassumere in qualche riga l’evento che ha coinvolto tutta la città di Milano dal centro storico alle periferie
è pressoché impossibile. Si è già scritto e visto moltissimo, quindi la nostra scelta è quella di riportarvi
notizie dell’evento, a nostro avviso principale, che stato annunciato da INTERNI con CRE-ACTION in conferenza
stampa presso la Biblioteca Nazionale Braidense in Via Brera 28.
Spiegare il significato anche sociale del FUORISALONE, questo straordinario momento collettivo che
avviene ogni anno in primavera a Milano e che parte da una intuizione dalla rivista INTERNI che nel 1990 ha
pensato di portare in modo capillare il mondo del design nella città, quasi in un rito collettivo può avere, a
mio avviso, un’unica spiegazione: il bisogno di bellezza e rinnovamento che il FUORISALONE porta con sé,
uscendo dagli stand fieristici deputati alla vendita, per includere oltre agli addetti ai lavori, un popolo di
giovani design, architetti, artisti o gente comune che vuole festeggiare la creatività in città.
In quest’ottica si inseriscono gli eventi promossi da CRE-INTERNI ACTION come un modello culturale,
spettacolare e di mercato, che si traduce in performance, istallazioni, mostre in un’opera corale di cui
INTERNI è uno dei protagonisti assoluti.
Quest’anno le sedi deputate, accanto ai tre punti strategici dell’Università degli Studi di Milano, di Audi
House of Progess - Portrait Milano e dell’Orto Botanico di Brera, si confermano le location di Eataly
Smeraldo e Urban Up-Unipol De Castilla 23.
Vorrei porre l’accento su quello che si è potuto ammirare all’Orto Botanico di Brera cominciando
dall’istallazione WAR FLAGS di Philippe Starck all’Orto. E’ stata immaginata come un gesto per evocare la
maledizione lanciata sul mondo. Un’installazione immersiva , unica nel suo genere, che oscilla tra realtà e
distopia, una denuncia radicale alle forze e le violenze in atto nel nuovo ordine mondiale emergente,
esortando il pubblico a sviluppare una consapevolezza collettiva, a prendere posizioni e ad agire.
Altra opera di denuncia è IT MEANS PEACE di Marco Balich allo Strettone della Pinacoteca di Brera. Un
luogo di attesa si trasforma in un’esperienza attraverso un’istallazione site specific in uno spazio che
storicamente collega l’Orto di Brera con via Fiori Oscuri. L’opera trasforma un momento di passaggio in una
riflessione. Il visitatore intraprende un viaggio simbolico in un percorso articolato in tre spazi. La strettoia
Scenica con I suoni della trincea, l’albero simbolo della pace che irradia calore e luce, rappresenta la
bellezza.
Si prosegue lungo il tratto che arriva all’Orto con sette scritte luminose poste sul muro in mattoni
che riportano la parola “Pace” in altrettante lingue del mondo… Uno spunto di riflessione silenzioso, ma
anche un invito ad agire. A credere nel cambiamento. A riconoscere che la pace è una responsabilità che
appartiene a ciascuno di noi.
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