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Primo Piano: Tamara De Lempicka di Lorenzo Bonini

06/01/2021 11:33

Lorenzo Bonini

Arte,

Primo Piano: Tamara De Lempicka di Lorenzo Bonini

...Il suo segreto sembra racchiuso in questa domanda: come si può unire cubismo e seduzione?


Le figure di Tamara de Lempicka sono sempre asservite a una preesistente struttura geometrica, e il suo segreto sembra racchiuso in questa domanda: come si può unire cubismo e seduzione? Nel riuscire in ciò è brillante interprete degli impulsi guida della propria epoca: la stilizzazione e l'edonismo.

 

LA MOSTRA E’ UN INVITO a rivedere in chiave meno superficiale il valore artistico di una donna poco trattata dalla critica. Polacca di nascita, Tamara de Lempicka arriva ventenne a Parigi esule dalla Russia rivoluzionaria e, per ritrovare uno stato economico perso, inizia a dipingere, diventando in pochi anni famosa con i ritratti di giovani borghesi ed aristocratici. Fa parlare di sé per i modi ricercati ed eleganti e per la vita privata disinvolta e anticonformista.

 

Apparentemente la mostra romana si presenta come un'esaltazione del lato più frivolo del mondo di Tamara: un lussureggiante esemplare di Mercedes - Benz, rosso sgargiante, fornito dallo sponsor della mostra, sistemato ai piedi della rampa dello scalo ne interno del palazzo; la gigantografia dell'artista tratta da una foto degli anni '30, che dovette piacerle molto perché somigliante alla mitica immagine cinematografica di Greta Garbo. Il catalogo, della Leonardo Editore, la scelta di allestimento, la sede, Villa Medici, tutto vuole essere all'altezza dell'eleganza formale e più esteriore di madame de Lempicka. Questa impressione è confermata quando ci mettiamo a guardare i personaggi ritratti e a leggerne i nomi: il principe Erìstoff, il marchese D'Affitto, la duchessa De La Salle; più di tutti colpisce il granduca Gabriele Konstantinovic, esule russo della famiglia dei Romanov, bello tenebroso dallo sguardo algido e distaccato. Ma, al di là della lettura stereotipa delle opere più o meno note della Lempicka, la mostra rivela la personalità sostanzialmente ribelle ed avanguardistica di Tamara. Immaginiamoci la sorpresa per la società bene dell'epoca, nel vedere un nudo di donna in cui il sesso sia liberamente esposto come avviene nell'opera giovanile presente alla mostra "Reclining nude" (1922).  Il parallelismo tra la bizzarra artista Tamara de Lempicka e il vulcanico poeta Marinetti sorge spontaneo e non é casuale. Un episodio narrato dalla figlia Kizette descrive la madre accanto al Maestro intenta ad ascoltarne le parole in una serata futurista alla brasserie "La Cupole".

 

Alla fine dell'intervento Tamara gli avrebbe proposto di prendere la sua Renault per andare a bruciare il Louvre, come aveva suggerito (non seriamente, s’intende), durante il suo discorso antipassatista, lo stesso Marinetti. I due, scesi in strada, si accorgono, però, che la macchina è stata rimossa dalla polizia. L'apparato critico del catalogo, curato da Maurizio Calvesi, Alessandra Borghese e Martina De Luca, oltre a mettere in relazione Tamara con i futuristi, ne inserisce la personalità pittorica all'interno del clima europeo dell'"uscita dal Cubìsmo", specialmente con Severìnì, e della ricerca del purismo, passando dagli insegnamenti del primo maestro parigino André Lothe, all'influenza di altri artisti dell'est quali il cecoslovacco Moìse Kiesling e gli esuli russi Boris Grìgoriev e Junnenkov. Forse fu anche attratta dalla monumentalità ed essenzialità dell'italiano Augusto Wildt.

 

Il suo linguaggio moderno assume comunque uno spessore e una forza che affascinano. La sua perizia tecnica, notevolissima, fonde il tutto con risultati estetici paragonabili a quelli suscitati dalla freddezza e perfezione di Ingres con il quale ha in comune anche alcune scelte tematiche, i ginecei come si vede nel quadro esposto "The bathers" (1929). Le figure di Tamara de Lempicka sono sempre asservite a una preesistente struttura geometrica, e il suo segreto sembra racchiuso in questa domanda: come si può unire cubismo e seduzione? Nel riuscire in ciò è brillante interprete degli impulsi guida della propria epoca: la stilizzazione e l'edonismo.

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